
L’unica soluzione al perenne stato di guerra che i governi tutti vorrebbero farci vivere da qui all’eternità è: vivere la #pace del nostro Cuore.
Facile a dirsi, più difficile a farsi.
Il Cuore vive di pace, il Cuore è pace. Ogni suo sussulto è uno stimolo alla luce di concordia. Ma ogni suo stimolo esalta ciò che in noi ostacola l’espressione amorevole della pacifica condivisione.
Si esaltano le paure per la propria vita e il timore dell’usurpazione del proprio spazio, il timore della violenza sul proprio corpo, la paura della morte; tutto ciò è legato a vissuti ancestrali e crea risposte dal nostro cervello arcaico, spesso senza che ce ne accorgiamo. Chi sa come usare queste paure, possiede la nostra vita.
Ego bellico
Attorno a queste paure si forma e rafforza il nostro centro egoico che tenta di possedere per poter esistere: vivere è avere cose e persone; perdere il possesso o il controllo su di esse equivale a perdere la propria vita. Facciamo di tutto per mantenere in essere il legame, talvolta distorto e patologico, con cose e persone perchè la rottura porterebbe ad un annientamento dell’idea di noi stessi: ogni cambiamento è per noi una morte.
Allora attacchiamo, verbalmente o fisicamente, denigriamo e sviliamo tutto ciò che non ci permette di mantenere lo status quo o crediamo attenti alla nostra falsa stabilità incentrata sul possesso, come bambini legati al proprio rassicurante ciuccio o orsacchiotto. Psicologicamente siamo legati eccessivamente alle abitudini, come porto sicuro, culla in cui non crescere.
Per vivere liberamente in pace è necessario rompere questo meccanismo di continua belligeranza tra noi e il mondo. All’opposto, può anche accadere di vivere in uno stato di rassegnazione o apatica sottomissione; forse ciò appare come tranquilla convivenza ma seppur superficialmente pacifica si realizza comunque in schiavitù, in una forzatura alla naturale libertà dello spirito umano, volatile cenere che nasconde focose braci. Come vulcani latenti, le passioni che latitano dietro titubanze e pigrizie sono destinate ad esplodere in nuove creatività, se sapientemente gestite, in ribellioni caotiche e inconcludenti se lasciate al loro mero sfogo, o implodere in infiammazioni organiche o patologie degenerative o alienazioni psicologiche e morte dell’anima.
Verbena: frizzante espansione 
Una pianta utile in questi giorni è la verbena: dalla profumazione citrata, di segnatura gioviale, stimola ottimismo, apertura, movimento. Tonifica corpo e animo sostenendo l’allegrezza.
Il suo aiuto vibra sulle frequenze dell’espansione verso il cambiamento; stimola l’empatia quindi la comprensione delle altrui istanze. Fiorisce la mente di nuove prospettive.
Aiutandoci ad aprirci alla vita, rasserena l’animo, pacifica il cuore, scioglie le tensioni. Aiuta il fegato stimolando la digestione del cibo, ma soprattutto sostenendoci nell’elaborazione degli eventi.
Macina la tua rabbia
Di contro, nell’espansione della comprensione di noi stessi e del mondo, possono emergere ostacoli che vi si oppongono, prima di tutte la rabbia. Ogni evento o persona, che possa apparire limitante la nostra espressione potrebbe essere percepita come “nemico”: prima cosa è fermarsi ad ascoltare, il nemico è sempre dentro noi stessi. Il “fuori” non fa altro che rappresentarlo.
E’ necessario smascherare le contraddizioni, i non – senso, le distorsioni e gli attacchi all’essenza delle cose.
Lo stimolo della verbena passa attraverso l’espressione emotiva del nostro rancore, legato allo stato d’impotenza di fronte agli eventi: spetta ad ognuno di noi sondare la profondità delle nostre sensazioni. Continuare a combattere “fuori” un ipotetico nemico, identificare un capro espiatorio per il nostro dolore e la conseguente frustrazione, non porta nessun beneficio.
Inoltre il costante stato di tensione consuma energie procurando apatia, svogliatezza affaticamento mentale, insonnia, ansia, crampi addominali. Lo stato di guerra con noi stessi, rappresentato da guerra di confine con gli altri, deve trasmutarsi in offerta di pacificazione: le differenze arricchiscono; i punti di vista aprono a nuove soluzioni; l’elasticità è forza comprensiva.
Puoi utilizzare l’olio essenziale in diffusione o aggiunto a olio o crema vettore per massaggio o in tisana (2 – 3 volte al di).
Respira l’allegrezza!
Respira (vedi consigli). Godi dell’inalazione della frizzante dolcezza di questa pianta. Sentila agire nel tuo corpo. Descrivi le sensazioni che ti dona: non giudicarle, osservale e ascoltale. Lascia che comunichino la verità su ciò che stai vivendo, su ciò che provi. Non temere la verità: è la porta per la libertà, quindi per la pace.
Possono arrivare ricordi; ti può essere ispirato un nuovo approccio al comune senso dell’ovvio indicandoti una nuova via, che parte sempre e solo da te stesso.
Nessuno al di fuori di te può saperne più di te su te stesso. Ma devi darti la possibilità di ascoltarti cambiando punto di vista su ciò che credi di te stesso!
Datti la possibilità di essere ottimista, di essere inclusivo e collaborativo: non chiudere gli spazi, ma rendili disponibili; non trincerarti, ma cerca di comprendere spostandoti dal tuo punto fisso.
La pace parte dal tuo modo di esistere: se chiudi avrai in cambio chiusura e incomprensione; se apri ogni porta ti sarà spalancata!
Nat. Paola Cantù
telegram: t.me/viedelcuore