
“Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena mando il suo servo a dire agli invitati:<venite, è pronto>. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: <Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego scusami>. Un altro disse: <Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli. Ti prego , scusami>. Un altro disse: <Mi sono appena sposato e perciò non posso venire>. (Lc 14,16-20)
Quante scuse troviamo per non cambiare le nostre abitudini, gabbie dorate che ci fanno sentire sicuri.
Quanti rimandi all’inevitabile necessità di trasformazione. La guarigione del corpo e dell’anima.
Perchè la Vita è mutamento, costante rinnovamento. Tutto ciò che la frena, crea tensione e disagio in noi. e Noi resistiamo costantemente. Per paura, per pigrizia, per abitudine, per ideologia, per allontanamento da noi stessi
Noi siamo il problema,
e se un problema esiste; e se noi esistiamo, esiste anche la soluzione.
Noi siamo la risoluzione.
guardandoci dentro, ascoltando il corpo, accogliendo l’anima che attraverso noi si manifesta
Ma quanti lo voglio davvero?
eppure la soluzione è qui, davanti e dentro di noi.
Ogni evento, anche apparentemente insignificante, è guida del nostro Cuore e ci parla di noi stessi: degli afflati e dei decadimenti.
Accogliendo il problema, quindi accogliendo noi stessi, vediamo la soluzione.
Guariamo, anima e corpo.
Il sintomo, il disagio, sona la porta a cui accedere al mistero che noi stessi incarniamo.
Ma quanti vogliono veramente guarire? Quanti sono pronti a lasciare scusanti verso sè stessi e prendersi per mano; quanti sono disposti a guardarsi in profondità accogliendo le proprie miserie? Essere sinceri e lavorare sul proprio dolore?
Perchè attraverso la porta del dolore, spesso celato dietro tante scusanti, corazze-gabbie di noi stessi, troviamo il nostro Sé libero che risana e vivifica.
E l’anima si libera e vive. E la biochimica muta.
Liberiamo ciò che resiste
Eppure tratteniamo, resistiamo a ciò che vive. Senza rendercene conto scivoliamo in abitudini, in frasi scontate, in tentazioni a ciò che comodamente ci ingabbia. Sono gli impulsi automatici di traumi irrisolti a cui sensi ed emozioni rispondono. Sono costrutti mentali che ci imbottigliano in direzioni preordinate limitanti la nostra libertà d’azione verso noi stessi e il prossimo. Sono manipolazioni energetiche che ci imbrigliano dentro e fuori di noi conducendoci in vie lontane dal nostro reale sentiero.
In tutto ciò, crediamo di essere liberi. Eppure il corpo è teso, dolorante; l’anima in subbuglio, angosciata. Abbiamo tanti modi per raccontarci che stiamo bene, abbiamo tanti trucchi per confonderci e dirci che non c’ nulla da fare o che non c’è tempo. E, se ci badiamo bene, è sempre qualcosa riferito fuori di noi: la famiglia, il lavoro, cose più importanti che chiedono attenzione.
Ma chi è veramente importante se non te stesso?
Accogliti. Guarisciti.
Nat. Paola Cantù
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