
Intolleranza identifica in sé una difficoltà ad accogliere, introiettare, tollerare una parte dell’esistenza che ci riguarda.
Ogni percorso individuale deve comunque essere osservato e conosciuto nella sua globalità di interazione, ma soprattutto per quanto riguarda l’espressione spirituale.
Le intolleranze riguardano in particolare il sistema digestivo gastrointestinale, segnalano una scarsa attività di uno o più enzimi che permettono la trasformazione e l’assimilazione delle sostanze; in associazione vi può essere una disbiosi, quindi un’alterata flora batterica che mina il sistema immunitario; non di rado abbiamo sintomatologie cutanee e respiratorie.
Il tutto segnala un sistema in allerta, irritato e infiammato in una guerra “intestina” e collettiva: un fermento che identifica un rifiuto di una parte della vita, un conflitto tra “dentro e fuori”; un’individualità che si sente minacciata da un pericolo più o meno reale. Uno o più ambiti di noi stessi non tollerano o quantomeno mal digeriscono situazioni in relazione a uno a più aspetti di noi stessi. Allora si “trattiene” (stipsi) per paura e difesa o si “elimina” (diarrea) per allontanare in fretta ciò che è disturbante. Coinvolgendo l’apparato digestivo, l’intolleranza segnala soprattutto aspetti che sono di vincolo, di ostacolo, di rigidità nei confronti del nostro percorso più intimo: la realizzazione della nostra essenza; la difficoltà ad elaborare, a portare a luce la nostra intima creazione.
La testa prende il sopravvento
Spesso in associazione compare cefalea o pesantezza al capo: abbiamo difficoltà ad elaborare il vissuto in relazione al vincolo, i pensieri si aggrovigliano, si contorcono attorno a ciò che crediamo sia intollerante da vivere, si accavallano e perdiamo freschezza e lucidità rispetto al nostro quotidiano: i nostri limiti e difficoltà nell’apertura alla vita tutta prendono il sopravvento; la testa cerca di controllare, mantenere le distanze da ciò che il Cuore esige; manchiamo di fluidità, tanto nell’elaborazione sensoriale che alimentare; distanziamo e selezioniamo, controlliamo e critichiamo relazioni, vissuti, esperienze; limitiamo parti di noi e di esistenza.
Intolleranza al glutine
Il glutine è la proteina del grano che costituisce la trama elastica che, imprigionando l’anidride carbonica, fissa una struttura: l’intolleranza a tale elemento segnala una costrizione, una prigionia dell’anima, vincoli e relazioni che impediscono la libertà espressiva della parte più profonda; indica un ambito in cui eventi karmici non sono ancora stati sciolti. Si desidera fuggire, ma da chi se non da sé stessi?
Possiamo analizzare le nostre relazioni, che non fanno altro che rappresentare esternamente parti di noi; vediamo allora un rapporto materno o paterno, che rappresentano il Padre e la Madre spirituali: chiediamoci cosa di questi aspetti non realizza la Comunione Celeste. Cosa impedisce di esprimere totalmente la libertà del Cuore: dobbiamo riconoscere e accettare i bisogni della parte Reale di noi, assecondare le sue istanze, liberare limiti e vincoli di ostacolo e nella solitudine e nel silenzio ristabilire il contatto interiore con l’Universo. Uscire dal labirinto/intestino liberati da catene e grovigli.
Intolleranza ai lieviti
Lievitare è permettere una trasformazione; gonfiare e innalzare la struttura; ammorbidire e far crescere.
Il pane azimo utilizzato dagli ebrei è il pane della Pasqua, il pane dell’esilio; il pane eucaristico è per tradizione cristiana lievitato, perché completo di Spirito e di manifestazione del Figlio.
L’intolleranza ai lieviti identifica una resistenza alla “Lievitazione divina”: uno o più aspetti di noi non tollerano la trasformazione, resistono alla trasmutazione dell’essere verso il percorso del Cuore.
Allora l’intestino fermenta, borbotta, l’addome si arrotonda e distende come in una ipotetica gravidanza, mimando una potenziale nascita o Rinascita nello Spirito; una nuova creazione ispirata. Lasciamoci portare nelle altezze della Vita, nell’Alto dei Cieli, abbandonando zavorre e limiti.
Talvolta questa intolleranza è associata all’abuso di zuccheri e alcol: necessità di dolcezza e nutrimento profondi e di adattabilità a messaggi spirituali.
Impariamo ad osservarci
Impariamo ad ascoltare il corpo nella sua disposizione alla trasformazione interiore: tutto ci indica la direzione da prendere se con onestà ci predisponiamo a nuove rotte, a nuovi indirizzi e scopi, più profondi e guidati dai sentimenti di unità e universalità. Lasciamo che la vita ci guidi nelle sue intenzioni.
Paola Cantù