
Nulla è mai uguale a sé stesso,
perché sempre in trasformazione attraverso un Volere che ci conduce.
Impossibile resistere: la resa è l’unica soluzione. Ma anche nella resa, tutto ciò che è conosciuto manifesta la sua caparbietà, la sua deformità, la sua incapacità di ricevere in modo pulito, chiaro, sintetico la Rivelazione del Cuore, dello Spirito.
Prepararsi al nuovo
E il disordine cresce come preparazione, come circostanza necessaria, essenziale di un mutamento più profondo. Quando chiudi gli occhi fisici tutto è molto più chiaro. Quando muori a ciò che conosci di te e del mondo, tutto diventa ciò che già è ed è sempre stato. E così la deformità, la malattia, l’insanità, i disordini e le confusioni di ruolo appaiono per ciò che sono: la tendenza a un nuovo modo di procedere, di manifestare la vita.
Il reale problema non è il disordine, la malattia o il disagio – individuale o sociale che sia – ma l’insistenza a distorcere il Principio informatore che vuole, necessita nuove modalità.
Il disordine apparente è segno di cambiamento: mantenere il Centro nonostante la confusione è dare sostegno alla pura vibrazione che vuole manifestarsi nella sua bellezza ed integrità. E’ partecipare assistendo da protagonista in modo neutrale, nella non-azione, senza volontà di fronte al Volere.
Questo brano di Mère¹ descrive bene la pesantezza dell’impossibilità alla purezza di significato:
“E’ un lavoro di ogni istante, senza tregua, notte e giorno. C’è da chiedersi quand’è che finirà mai. Ce n’è di continuo…Una vera e propria documentazione di nuovi disordini, di nuovi modi di vedere le cose, come nuovi aspetti del mondo.
E io ci vado in piena coscienza, completamente cosciente, nella totalità della mia coscienza, assistendo, senza potere far nulla esteriormente, a un mucchio di cose incredibili.
Materialmente si manifesta in ogni genere di circostanze davvero inattese e piuttosto caotiche, come se il Disordine andasse crescendo.
Niente da dire, si tratta senz’altro di una preparazione: ma quanto durerà…E’ come se mi si volesse dimostrare quanto il mondo sia assolutamente sordo all’Influsso Superiore: appena quell’influsso lo sfiora, l’unica cosa che fa è travisare tutto. Tutto viene talmente travisato e deformato che diviene inconoscibile.
E’ come se mi venisse fatto toccare il fondo del fondo dell’insanità”.
Lavoro religioso su di sè
Fondamentale è prepararsi, ascoltarsi costantemente, quotidianamente: un’attitudine a rendere religiosa la propria vita; un contributo quotidiano alla creazione di nuovi mondi, visibili e invisibili. Una religio tra noi e il cosmo, tra il finito e l’infinito, tra ciò che appare come conosciuto e l’inconoscibile che lo sostiene. Consapevolezza e coscienza come meditazione quotidiana. Lo Yoga della Vita.
E così nella nostra quotidianità, invece di portare critiche, giudizio o lamento, invertiamo la tendenza disgregativa della negatività e della resistenza facendo centro su ciò che veramente vale: la vita semplice e collaborativa, un ascolto totale prima verso sé stessi e di conseguenza verso chi ci sta accanto; un lavoro di accettazione di ciò che ci si presenta e un’azione limpida, coerente, di forte presenza attraverso un sentire profondo, giusto e amorevole.
Nessuna azione reale scaturisce attraverso la reazione: una vera azione creativa è libera da pregiudizi, non si basa su azioni precedenti o su un’opposizione a queste; non è un ricordo o l’applicazione di nozioni; è pulizia: il disordine è il caos della pulizia agita dal cuore. E’ necessario superare la paura dell’instabilità se vogliamo equilibrio, il timore della disgregazione se desideriamo creare, l’angoscia della malattia se amiamo la salute, il terrore della morte se vogliamo la vita.
Anche un disagio fisico, dal più live al più importante, ha una sua funzione, un suo rilascio veloce nella direzione che deve prendere, se ascoltato come disordine che tende all’ordine.
E, più siamo consapevoli dei limiti, più questi si disgregano. Più ci abbandoniamo all’impossibile, più questo diventa possibile.
Esercizio
Fondamentale è recuperare la respirazione, come atto di partecipazione al tutto:
- inspiro, il mondo è in me
- espiro, io sono nel mondo
Da eseguire almeno una volta al giorno; utile quando si deve staccare dalle situazioni contingenti e riportare l’attenzione a sè:
- sdraiato supino, portare una mano sul ventre, l’altra sul petto
- inspiro dal naso, espiro dalla bocca
- inspirare ed espirare lentamente riempiendo e svuotando l’addome per un paio di minuti mantenendo fermo il petto
- rilassare qualche istante
- inspirare ed espirare lentamente riempiendo e svuotando il petto per un paio di minuti mantenendo fermo il ventre
- rilassare qualche istante
- inspirare lentamente riempiendo pancia, addome, petto ed espirare svuotando petto, addome, ventre
- quando la respirazione completa diventa fluida, l’esercizio può essere eseguito senza l’ausilio delle mani, da sdraiati, seduti o in piedi.
Paola Cantù
¹ L’Agenda di Mère vol. 5 – 26 settembre 1964