
Viviamo costantemente con noi stessi eppure abbiamo dimenticato chi siamo in verità. Lo scollamento tra ciò che E’ la nostra vera realtà, quella spirituale, e il nostro io procura disagio e dolore.
Giriamo a vuoto, rimaniamo sulla superficie della vita facendoci sballottare qua e la dalle circostanze, gli eventi ci destabilizzano.
Trovare il centro
E’ fondamentale per l’uomo attuale rivolgersi al centro di sé, fermarsi e darsi tempo per ascoltare prima di tutto il corpo: lo martoriamo con ginnastiche per “apparire” in forma, con operazioni chirurgiche a volte inutili al solo fine estetico o preventivo, lo addobbiamo con abiti e accessori per mostrare ciò che non siamo.
Ma il corpo racconta attraverso i sintomi e smaschera la nostra falsità
Fondamentale è la conversione dal fuori che annebbia e distrae, dalla periferia di noi al centro che illumina e stabilizza; fondamentale è dirigersi verso il cuore da cui sgorghiamo e renderci disponibili a nuove percezioni e visioni, partendo proprio dal corpo, dal suo manifestare esternamente in modo più o meno coerente ciò che vive interiormente. Tradurre il linguaggio corporeo è un’apertura alla conoscenza di noi stessi.
Liberare l’anima
Psicologismi raccontano che i nostri problemi vengono dall’infanzia: in parte vero, a volte però ci affossiamo in questo dando la colpa sempre al “fuori” di noi. La responsabilità del nostro esistere è nostra e nostro è il dovere di ascoltare dove ci troviamo, liberando l’anima dai suoi pesi. L’anima antica ci parla e ci muove nella sua conoscenza: convergendo al Centro possiamo conoscere, secondo le nostre possibilità, la direzione sempre mutevole, le indicazioni per comprendere noi stessi e la vita.
L’anima imprigionata in strutture arcaiche, in dolori antichi, in abitudini cristallizzate soffre per la mancanza di libertà di agire nel mondo: ci stupiamo dell’aumentare dei problemi psichici e neurologici (ne lancia l’allarme l’OMS) senza domandarci come sia possibile che in un mondo votato alla libertà e alla liberalizzazione pochi di noi si sentano realmente felici e appagati.
Liberare l’anima non è permettersi di fare tutto ciò che si vuole, tutt’altro. Liberare l’anima è assecondare le sue vie. Attraverso il suo esprimere fatto di emozioni, pensieri, desideri, possiamo cogliere ciò che la opprime, ciò che le impedisce di evolvere e lasciarlo andare.
Così cominciamo a conoscere ciò che siamo, scopriamo le nostre vere doti e guariamo: l’anima libera si guarisce e così il corpo, suo veicolo nel mondo.
Conosci te stesso
Ci si conosce lasciando ciò che siamo, o meglio, ciò che crediamo di essere. Nel percorso di conoscenza di sé ciò che spaventa è l’ignoto, la perdita d’identità: abbiamo il compito di scoprire la nostra vera identità, l’essenza che desidera in noi, che potrebbe stupirci nel suo essere così differente da ciò che ci saremmo mai aspettati; è necessario quindi spogliarci dai nostri costrutti, dalle strutture che ci imponiamo o conserviamo automaticamente, liberare i fardelli delle vecchie azioni e conseguenti sensi di colpa, pulirci dalla paura di sbagliare.
Tanti sono i pesi che portiamo, spesso inutilmente. Li scopriamo quando cominciamo a conoscerci e li sciogliamo abbandonandoci nel cammino di guarigione dal profondo.
Dalle nostre profondità, quiete, calde e calme, piano piano sgorga la pace e vengono sciolti i nodi esistenziali, il dolore che toglie il respiro, l’ansia e la paura frutto di traumi irrisolti. Tutto diviene più limpido e chiaro perché stiamo cambiando.
Conoscere è guarire ciò che impedisce ad anima e corpo di vivere: se ti osservi in semplicità e umiltà, ti conosci in verità. E la verità è guarigione.
Nat. Paola Cantù