
Il contagio da coronavirus ha messo in scacco le nostre società in fatto di relazioni e scambi economici; ha stravolto le abitudini , ma soprattutto ha esaltato le paure e le ossessioni: non abbiamo paura per il contagio, è la paura stessa ad alimentare il contagio.
Nella visione olistica, la salute non è qualcosa di statico, ma un equilibrio mutevole che si assesta istante per istante su livelli personali e collettivi, seguendo un flusso sottile che guida una trasformazione riguardante il singolo e la collettività ad esso legato.
Questa epidemia ci fa riflettere sulla trasformazione globale in atto e il necessario adattamento al nuovo (nuove socialità, economie, scelte, leggi, a mio avviso necessariamente emanate da un Cuore Puro).
L’aria ci avvolge in un grande abbraccio
L’aria impalpabile è ciò che assomiglia di più all’influsso dello Spirito: non visibile ma presente dentro e fuori di noi: senza aria l’uomo muore velocemente. Senza Spirito l’uomo è morto.
L’aria non conosce confini:stiamo imparando a distruggere i confini dentro e fuori di noi, attraverso il loro riconoscimento. L’aria è ciò che si condivide, è l’universale dopo l’individuale del grembo materno. E’ lo scambio dopo l’egoismo. Il ritmo quieto nella resa dell’aggressività e dell’arroganza. La relazione intensa e felice con l’altro perché basata su un riconoscimento profondo, dal Cuore. La condivisione dopo l’avidità egoistica.
E le patologie respiratorie sottolineano un conflitto o una resistenza nell’introiezione di comunicazioni sottili o nella libera espressione; ci parlano di soffocamenti affettivi o di relazioni distorte da opportunismi o manipolazioni più o meno velate; la confusione sociale, la perversione dei ruoli, la perdita d’identità, minano la stabilità dei sistemi immunitario e cardio-respiratorio, se non si è sviluppata una visione autonoma matura, libera da condizionamenti.
Inspirando accogliamo il mondo, espirando ci doniamo al mondo. Ma ciò che sta accadendo è la chiusura dei rapporti, della socialità. La paura di ammalarsi obbliga le persone ad isolarsi. Ma questa non è la conseguenza del possibile contagio quanto la sua causa: siamo una società paurosa dell’ignoto, basata sul controllo e la punizione, su leggi che regolano ogni nostra attività e relazione, minando se non uccidendo ogni ispirazione ed aspirazione.Chiusi in un sordo egoismo, temiamo per noi stessi e la nostra famiglia, più che cogliere il senso globale del momento. Guardiamo al profitto immediato, invece di una lungimiranza planetaria.
Temiamo ciò che non conosciamo perché la nostra mente, vecchia e stantia, necessita per sopravvivere di proiettare solo ciò che conosce: allora temiamo lo sconosciuto, invece di imparare a conoscerlo; sfuggiamo da esperienze nuove perché per conoscere dobbiamo morire a schemi che ci strutturano e limitano la reale conoscenza.
Noi siamo isolati, distanti, separati,irresponsabili perché ci fermiamo alla superficie della vita; la nostra società deve ammettere e fare i conti con tutto ciò se vuole guarire: per ripartire dobbiamo appropriarci di noi stessi, del nostro tempo, del nostro spazio, della libertà di pensiero e di sentire.
Distruggere vecchi schemi per una vera libertà
Essere liberi è una scelta: ora, in questo istante. Non è più possibile tornare a una “normalità” è invece necessario “morire” a questa società che ci vuole tutti inscatolati, prigionieri, paurosi della vita, superficiali nel nostro agire.
E l’anima soffre. Il dolore dell’anima si esprime in molti modi, in molte patologie; ora si sta esprimendo globalmente mostrandoci attraverso un’epidemia quanto siamo prigionieri di noi stessi che abbiamo creato un mondo ostile, guerrafondaio, che allontana invece di accogliere, basato sui divieti piuttosto che le opportunità, che impone di “sterilizzarci” per arginare la paura. Ci viene imposto di non stringerci la mano (segno di pace), di non abbracciarci (segno di fraternità). Si predilige il sospetto invece di evocare la serenità d’animo.
Imposizioni per non riconoscere la paura e tutte le emozioni – e conseguenti comportamenti – legate all’ignoto: intolleranza, giudizio e pregiudizio, critica, ansia per il futuro, pensieri ricorrenti o ossessivi, egoismi e avidità…
Invece è auspicabile se non necessaria una totale presa di coscienza, una comunitaria ammissione di resa al cambiamento, verso un contatto profondo con la nostra interiorità, un’intimità che fa accogliere la vita nel suo mistero, nel libero scambio di informazioni sottili che sono le relazioni tra anime.
Libero me stesso, libero l’altro, mi libero dalla paura
Come posso non temere l’altro se ho paura di me stesso, se non accetto di riconoscere le negatività che mi abitano? E’ sempre bene ricordare che ciò che riconduco all’altro mi appartiene. Mi allontano dall’altro perché mi sono allontanato da me stesso; non voglio conoscere l’altro perché non sono in grado di sciogliere il mio dolore ammettendo che siamo tutti fallibili, io per primo. Accetto le mie mancanze, accetto quelle altrui. Vedo le potenzialità nell’altro, vedo le mie potenzialità.
Abbatto i muri che imprigionano la mia anima, sciolgo i legacci costringono il mio Cuore e comincio ad accogliermi, inizio ad abbracciarmi. In questo abbraccio accolgo me riconosciuto nell’altro.
E la paura del contagio che sta manifestando la nostra prigionia e il nostro isolamento affettivo si trasforma in gioia per la vita attraverso l’amore.
Ciò che temiamo non esiste più. Nemmeno il contagio: il sistema immunitario si riassetta, si ristruttura su nuove informazioni psichiche, su nuove istanze spirituali. Allora non abbiamo più bisogno di difenderci isolandoci per paura, non dobbiamo più evitare, ma possiamo muoverci secondo ciò che sentiamo buono per noi. Non escludiamo ma facciamo scelte mature secondo ciò che si presenta.
E l’Universo, attraverso un virus ci sta permettendo di cambiare, se non obbligando.
Un virus, sequenze di dna, muta attraversando gli ospiti, i nostri esseri psicofisici; il nostro pensiero crea, le nostre emozioni trasformano: perché un potenziale nemico invisibile ci dovrebbe nuocere se lo accogliamo senza timore? Se riconosciamo che ogni evento personale e collettivo è un segnale di trasformazione, una crisi rigeneratrice, per quale scopo un virus ha necessità di minare la nostra vita? perché insegnarci ad aprirci se siamo già ben disposti al cambiamento? se stiamo collaborando finalmente in un dialogo superando le diversità? se invece di chiuderci in isolamento riconosciamo che abbiamo necessità di scambio coi nostri simili?
Permettiamoci di trasformarci in apertura responsabile, socialità, amorevolezza, tolleranza, inclusione, collaborazione, ascolto, condivisione, liberazione, coraggio… Trasformiamo il “nemico” in amico, la paura in amore.
Cogliamo questa opportunità per farci trasformare e insieme a noi l’umanità intera e la società.
Nat. Paola Cantù
Oli essenziali consigliati
Scegliere quelli con le qualità che sentiamo più vive in noi e difforderne l’essenza negli ambienti che abitiamo e/o aggiunti ad olio o crema dopobagno per massaggio insistendo sulle parti in cui abbiamo dolore o sentiamo tensione (1 goccia per 10 ml di prodotto):
NON INGERIRE MAI
- Arancio amaro: gioia di vivere, apertura del Cuore
- Rosalina: distruggere vecchi schemi personali e collettivi per l’ armonia; risuonare nel proprio ambiente
- Legno di ho: tolleranza; rielaborare esperienze traumatiche che ci chiudono alla vita
- Tea tree: difesa da imposizioni e ingerenze esterne che non sento mie; visione chiara
- Rosmarino: speranza; coscienza dell’unità
- Rosa: amore che scioglie le discordie; perdono
- Limone: sciogliere i vincoli ereditari/karmici personali e/o del gruppo sociale
- Curcuma: liberare da ciò che soffoca: pulizia psichica
- Menta citrina: gioia e piacevolezza
Può essere inoltre d’aiuto la recita quotidiana, in solitudine o in piccoli gruppi, della Coroncina Angelica (Leggi qui)